Corridoio Tirrenico, una storia infinita…

Corridoio Tirrenico, una storia infinita…

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L'EDITORIALE DEL NR. DI APRILE 2017 DEL DIRETTORE CELESTINO SELLAROLI

Corridoio Tirrenico, una storia infinita…

di Celestino Sellaroli

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La querelle relativa al Corridoio Tirrenico è solo una delle tante questioni irrisolte che la Maremma si trascina da anni. Non è la sola, perché potremmo aggiungerne anche altre come ad esempio l’aeroporto, oppure la Collezione Luzzetti o ancora le Terme di Roselle, i lupi, e via di seguito, ma di certo il tema inerente la realizzazione dell’asse viario compreso tra Rosignano e Civitavecchia (ora Tarquinia) è quello più datato, complicato, sconcertante. E forse anche più divertente (per modo di dire ovviamente). Se ne parla “solo” da quarant’anni e ad oggi ancora non se ne vede la fine.
Impossibile in poche righe fare una ricostruzione dei fatti, perché di pagine ne sono state scritte parecchie. Troppe, per essere ottimisti sull’esito positivo di una querelle sfiancante che pare la tela di Penelope. E infatti siamo ancora fermi al dibattito tra chi vuole un tracciato autostradale e chi invece auspica con tutte le proprie forze un semplice adeguamento ed ammodernamento della strada Statale Aurelia.
Nel frattempo dal cilindro è venuto fuori un ibrido che in pratica è una via di mezzo tra le opposte soluzioni e che penalizza la parte sud della provincia. L’idea è quella di realizzare – per lo meno nel tratto tra Grosseto e Tarquinia – l’autostrada sopra il tracciato dell’Aurelia che di fatto verrebbe espropriata, con la doppia aggravante della mancata realizzazione di una viabilità alternativa (complanari) degna di questo nome e del pagamento del pedaggio anche da parte dei residenti (dopo i primi cinque anni di esenzione); niente verrebbe invece toccato a nord di Grosseto fino a Rosignano, dove l’attuale superstrada a quattro corsie rimarrebbe fruibile a tutti esattamente così come è oggi.
Ma perché tutto questo? La situazione, già di per sé complicata, si è ingarbugliata ancora di più nel momento in cui lo Stato ha deciso di eliminare il diritto di subentro all’ipotesi progettuale del 2008 che aveva – udite, udite – messo d’accordo tutti.
Quel progetto approvato dal CIPE prevedeva una soluzione, forse impattante, ma comunque logica: la realizzazione di un tracciato autostradale nell’unico tratto mancante nella grande via di comunicazione che collega Palermo a Londra. Certo poteva non piacere per la “contaminazione” che l’opera avrebbe arrecato alla Maremma, ma di fatto quando si entra in logiche che insistono su scala europea i campanilismi lasciano il tempo che trovano.
Frutto di un certosino lavoro di concertazione che aveva richiesto tantissimi anni, l’Autostrada Tirrenica – così come maturata nell’accordo del 2008 – si sarebbe dovuta realizzare sul tracciato esistente della Variante Aurelia a nord di Grosseto e su un percorso nuovo da Grosseto fino al confine con il Lazio, con conseguente trasformazione dell’Aurelia a sud del capoluogo maremmano in “Strada-Parco”, quale infrastruttura gratuita e alternativa all’autostrada a servizio soprattutto del traffico locale (residenti, lavoratori, TPL e servizi sociali e sanitari), con piste ciclabili, viabilità leggera, pedoni, ecc. Insomma un quadro slow che avrebbe dato un quid ancora più speciale alla Maremma anche in un’ottica turistica.
Ma proprio nel momento in cui sembrava di essere arrivati a dama, ecco la svolta. Il progetto rimane lettera morta, anzi  si trasforma in altro, per tanti motivi con in primis la sottrazione di risorse statali per la realizzazione dell’opera non più rimborsate a SAT quale valore di subentro da parte dello Stato al termine della concessione cinquantennale.
Da qui la necessità di rimettere tutto in gioco, di trovare una soluzione alternativa che abbattesse i costi relativi alla realizzazione dell’opera e di inventarsi qualcosa di… geniale. Questo qualcosa è maturato nel 2011 con l’idea di costruire l’Autostrada al posto ed in sostituzione dell’Aurelia e solo per metà percorso, ovvero da Grosseto a Tarquinia, con in aggiunta – si diceva sopra – la mancata previsione di complanari adeguate ed un’esenzione dal pedaggio per i residente per soli cinque anni. Una soluzione ibrida appunto, quasi insensata che, imposta dall’alto, senza condivisione con la comunità locale – ha avuto come unica conseguenza quella di compattare il territorio che senza mezzi termini ha respinto e sta respingendo al mittente l’ipotesi.
Oggi il quadro è ancora incerto. Dopo la Conferenza dei servizi del 28 febbraio scorso, SAT ha presentato delle modifiche al progetto di partenza.
Basteranno per superare gli ostacoli e arrivare finalmente ad una soluzione? Difficile dare una risposta. In tanti continuano a sottolineare giustamente i gravi problemi di mobilità che la nuova infrastruttura creerebbe sul territorio essendo un sistema chiuso con barriere, quali la sottrazione della Strada Statale Aurelia agli spostamenti quotidiani, il pedaggio doppio della media delle autostrade italiane, il mancato adeguamento delle complanari, gli scarsi flussi di traffico esistenti e previsti e via di seguito…
Insomma, un caos senza fine nel quale si fa fatica ad orientarsi. Ne verremo fuori? Chissà, il percorso… è ancora lungo e nuove puntate – c’è da scommettere – si aggiungeranno… E noi, da buoni spettatori interessati, le seguiremo…