“Siamo quelli del lavoro ben fatto. E vogliamo cambiare l’Italia!”

“Siamo quelli del lavoro ben fatto. E vogliamo cambiare l’Italia!”

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L'EDITORIALE DEL NR. DI APRILE 2016 DEL DIRETTORE CELESTINO SELLAROLI

“Siamo quelli del lavoro ben fatto. E vogliamo cambiare l’Italia!”

di Celestino Sellaroli

JMO. Tre lettere che stanno affermandosi e radicandosi sempre più sul territorio. Tre lettere magiche che stanno per Join Maremma Online, un evento ideato da Officina Turistica e Robi Vetroni, che ad ogni uscita offre un’infinità di spunti, riflessioni, approfondimenti in materia di turismo. Il 17 e 18 marzo scorsi a Borgo Magliano Resort si è celebrata la quarta edizione ed anche stavolta l’happening, sempre molto ricco e ben curato, ha fatto decisamente centro. Tantissimi relatori hanno portato contributi interessanti con il chiaro intento di aiutare gli operatori del settore, il comparto turistico e più in generale la Maremma, a crescere e migliorarsi. Un ampio resoconto è pubblicato nelle pagine che seguono, per cui in questa sede non ci dilunghiamo troppo sull’evento in sé.
Qui, invece, vogliamo parlare di un personaggio che, secondo chi scrive, a JMO ha letteralmente rubato la scena per l’innovativa proposta che sta portando avanti con grande impegno, dedizione e coraggio, in tutta Italia.
Parliamo di Vincenzo Moretti, sociologo che lavora alla Fondazione Giuseppe Di Vittorio dove si occupa di Società Cultura e Innovazione, ideatore e autore di #lavorobenfatto, il blog su Nòva de Il Sole 24 Ore dedicato al «racconto dell’Italia che dà valore al lavoro, che innova e compete, che cerca senso e futuro, che mette testa, mani e cuore nelle cose che fa, perché ciò che va quasi bene non va bene».
Creare una rete, una comunità, tra persone che fanno bene le cose, che amano il proprio lavoro, che quando la sera mettono la testa sul cuscino sono felici di ciò che hanno fatto durante la giornata. Queste in sintesi le linee guida del progetto ambizioso finalizzato «a cambiare l’Italia». O almeno a provarci.
La società che ci circonda è pervasa da un’infinità di stimoli negativi, da fatti di cronaca nera portati continuamente al centro dell’attenzione, da mass media venduti allo share prima di tutto, piuttosto che a finalità culturali ed educative, da messaggi subliminali (ma neanche troppo) protesi verso gli allarmismi esasperati, tendenti a generare paure continue, insomma in un quadro cupo, in cui il buono ed il bello fanno fatica ad emergere, Vincenzo Moretti ha deciso di stravolgere l’approccio e tornare a vivere cercando di dare il giusto risalto alla positività, all’ottimismo, alle storie meravigliose che ognuno di noi, nel proprio piccolo, può portare nel mare magnun di un mondo, dove esistono ancora vite che meritano di essere vissute. E soprattutto raccontate.
«Siamo quelli del lavoro ben fatto e vogliamo cambiare l’Italia». Ecco allora che quello che, a prima vista, potrebbe sembrare un progetto utopistico, prende invece sembianze diverse. Più realistiche e fattibili. Perché, se ognuno di noi diventa portatore di un esempio positivo, alla fine i piccoli mattoncini mossi come tante formichine da tutti, possono diventare un movimento di massa, un qualcosa di enorme in grado davvero di cambiare il nostro Bel Paese e più in generale il mondo.
«Il lavoro ben fatto è un approccio, un modo di essere e di fare le cose che non richiede fatica, ma che dà tanta soddisfazione, al punto che quando facciamo bene le cose viviamo sicuramente vite più felici e più degne di essere vissute».
In occasione del JMO, Moretti ha anche lanciato l’idea di far diventare la Maremma come destinazione del #lavorobenfatto, un luogo dove le buone pratiche di ognuno diventano una cultura, un modo di essere e di fare di un intero territorio, in questo caso della Maremma, e poi dell’Italia intera. «Pensate come sarebbe bello se in ogni città o borgo della Maremma insieme o forse anche al posto di scritte senza senso, tipo “Comune denuclearizzato” che a volte sono incomprensibili o lasciano il tempo che trovano, vi fossero cartelli con messaggi come questo: “Città o borgo dove chiunque fa qualcosa, cerca di farla bene”». E al meglio, magari con il sorriso stampato sulla bocca. Concetti questi che, anche turisticamente parlando, hanno sicuramente un peso in fatto di accoglienza e buone pratiche da coltivare.
Insomma, quello con Vincenzo Moretti è stato un grande incontro, anche in considerazione del fatto che il progetto è in itinere e soprattutto aperto a tutti i contributi. Non è riservato a pochi, anzi è vero l’esatto contrario. Più gente verrà coinvolta e tirata dentro la rete e più facilmente potrà essere centrato l’obiettivo di cambiare davvero l’Italia. Perché le storie belle esistono e bisogna solo impegnarsi per farle emergere e conoscere!
Intanto, per chi fosse interessato ad approfondire il tema segnaliamo che proprio a fine mese è in programma la terza edizione de “La notte del #lavoronarrato”, dedicata al racconto del lavoro. Un evento su scala nazionale, ideato da Vincenzo Moretti e Alessio Strazzullo, ma anche “una testimonianza che serve a dire al mondo – sottolinea proprio Moretti – che per noi il lavoro e chi lavora sono importanti, meritano rispetto, valgono”. Dalle 20.30 di sabato 30 aprile e per tutta la notte utilizzando l’hashtag #lavoronarrato, sarà possibile condividere testi, immagini, filmati sui social e sul sito www.lanottedellavoronarrato.org e dunque si potrà assistere a tutto ciò che succede in tutti i luoghi, in Italia e all’estero, che parteciperanno all’iniziativa. È importante esserci per dire in questo modo al mondo «ci sono anch’io, anche io voglio contribuire a dare senso e significato a questa bella lotta. Sì, senso e significato. Perché dove c’è lavoro c’è casa, dove c’è lavoro c’è comunità, dove c’è lavoro c’è Italia». L’Italia migliore, quella che fa bene le cose. E vuole con fierezza farlo sapere!

_MG_9213 La notte del lavoro narrato